Solidarietà per gli/le arrestati/e e perseguitati/e antifascisti/e
Nel contesto delle mobilitazioni antifasciste contro la „Giornata dell’onore“ in Ungheria, sono stati arrestati compagni e compagne antifasciste. Una compagna italiana ed uno compagno tedesco sono attualmente detenute. Molti altri sono perseguitati. Nonostante i fatti e le accuse non siano ancora chiari, si è scatenata una campagna di pregiudizi da parte dei media tedeschi, condita, come spesso negli ultimi anni, dalla pubblicazione di dati personali, come nomi e indirizzi di casa, degli arrestati da parte di siti e account Twitter neonazisti. La causa dell’evento neonazista è brevemente accennata nella maggior parte degli articoli, ma senza far luce sul contenuto e sullo svolgimento degli eventi. Gli attacchi ai giornalisti e le battute di caccia dei neonazisti nel centro della città non vengono menzionati. Nel frattempo, le autorità ungheresi e tedesche hanno avviato congiuntamente le indagini. L’Ufficio Federale Tedesco di Polizia Criminale (BKA) e l’Ufficio Regionale di Polizia Criminale (LKA) hanno già fornito assistenza amministrativa internazionale con la propria motivazione, perquisendo appartamenti in Germania. Le autorità statali stanno sfruttando ogni opportunità per scoprire ulteriormente le strutture di sinistra, anche se le prove sono finora poco chiare. In questo quadro si inseriscono anche l’apertura di procedimenti propri e le perquisizioni internazionali nei confronti di altri/e antifascisti/e per legittimare le indagini.
La custodia cautelare dei/lle due detenuti/e è stata prorogata il 14 marzo per altri tre mesi, fino a giugno. L’accusa principale è „crimini contro i membri della comunità“ – non è chiaro se ne verranno aggiunte altre. I/le nostri/e due compagni/e stanno affrontando dure condizioni di detenzione. Oltre alle scarse condizioni igieniche e sanitarie, i problemi principali sono l’isolamento e le comunicazioni limitate all’interno del carcere e soprattutto con il mondo esterno. Le carceri ungheresi sono note per essere tra le più dure d’Europa. Che i detenuti si lamentino delle condizioni carcerarie in Ungheria non è una novità. È noto che le celle delle carceri ungheresi sono sovraffollate, sporche e prive di luce naturale. Nel 2015 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’Ungheria deve introdurre misure preventive e compensative. Anche la neutralità del sistema giudiziario è sotto accusa: in passato l’UE ha cercato di rimproverare l’Ungheria per interventi politici nel sistema giudiziario, come la nomina dei giudici. In generale, la situazione politica in Ungheria è più che difficile per i progressisti e le minoranze: la fascistizzazione dell’Ungheria è guidata da Viktor Orbán, dal suo partito Fidesz e dal partito ancora più radicale Mi Hazánk: Ristrutturazioni costituzionali, assassinii di rom, attacchi ai diritti delle minoranze, alla libera stampa, agli spazi LGBTIQ sono solo alcune delle condizioni autoritarie.
Da oltre un quarto di secolo i neonazisti si riuniscono nella capitale ungherese intorno alla seconda settimana di febbraio. La cosiddetta „Giornata dell’onore“ è diventata uno dei più grandi e importanti incontri di networking della scena neonazista in Europa, con diverse migliaia di partecipanti dall’Ungheria e dall’estero. Anche quest’anno, nonostante un divieto a metà da parte delle autorità, centinaia di fascisti si sono riuniti nella capitale ungherese durante il fine settimana per commemorare i soldati tedeschi e ungheresi uccisi nel 1945 nella battaglia per Budapest e nel suo assedio da parte dell’Armata Rossa. Quest’anno, circa 150 antifascisti e antifasciste si sono opposti ai neonazisti. Attivisti e attiviste di vari gruppi antifascisti si sono riuniti al Castello di Buda a Budapest l’11 febbraio e hanno protestato contro il tentativo dei neonazisti di celebrare il „Giorno dell’onore“.
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